ARTURO SANTORO (1902/1988) – Poeta dialettale barese
Arturo Santoro, nato a Bari il 2 maggio 1902, nel 1915 conseguì la licenza tecnica e maturò già da quegli anni un’esperienza commerciale presso alcune importanti aziende all’ingrosso della città: Loffredo, Cianciola ed infine la Donato Levi, ora Gruppo Finanziario Tessile di Torino, che lo portò ad affermarsi prima come viaggiatore e poi come rappresentante di tessuti per uomo (drapperie) nelle regioni della Puglia, Lucania e Calabria.
Negli anni 30 conobbe la sua consorte, Nina Brunetti, di origini Molesi, dalla quale ebbe 4 figli. A 39 anni (1941), fu richiamato per la terza volta alle armi – nonostante avesse tre figli – e prestò servizio militare fino al 1942, a Viterbo, nel battaglione territoriale dei granatieri. Nell’estate del 1943, a seguito dei clamorosi eventi politici verificatisi nel nostro Paese, come lo sbarco degli alleati in Sicilia ed il bombardamento su Roma (che portarono, a ruota, alla caduta del fascismo ed alla fuga del Re V. Emanuele III dall’Italia) organizzò repentinamente il trasferimento della famiglia in un piccolo paese dell’Emilia Romagna (Igea Marina, a 8 km da Rimini) per il timore che nel meridione si verificassero scontri cruenti tra l’esercito alleato, nella sua avanzata, ed i tedeschi, rimasti soli alla difesa del nostro territorio. Scontri che, sfortuna volle, si verificarono in maniera drammatica proprio in Romagna (tra il 1944 e il 45) a ridosso della linea Gotica, difesa strenuamente dall’esercito germanico dove proprio a Rimini si verificò una delle maggiori tragedie italiane, con la città totalmente distrutta dai bombardamenti degli anglo-americani, con oltre 50.000 vittime, quasi tutte civili (novembre 43).
E fu proprio in quelle notti luttuose (“… le bombe scendevano dal cielo e illuminavano la terra come tanti bengala…”) che l’autore, rifugiatosi con la famiglia in un ricovero antiaereo, trovandosi impotente contro i disastri della guerra, man mano che arrivavano notizie sempre più angosciose (attraverso “Radio Londra“) di centinaia di migliaia di vittime (che sarebbero diventate 60 milioni alla fine del conflitto) iniziò a comporre versi trovando proprio nella poesia la forza di sopravvivenza e una straordinaria carica poetica, che mai avrebbe immaginato di possedere.
“Luna chjena” e “N’àld puète”, tra le prime poesie del periodo, richiamano proprio il dramma della guerra e descrivono meglio la drammaticità di quelle situazioni vissute in Romagna, sulla propria pelle e su quella dei suoi familiari.
Pubblicazioni: (opere consultabili presso le Biblioteche di Bari)
– Parlann Sule Sule (1976); Le Piaghe di Bari (1978); Parlann Sule Sule 2 (2006-2008) “Parlànn Cìtt cìtt” ; I Miei Sfoghi, parte II (I mestieri della strada; Gli insetti e gli animali inutili); I Miei Sfoghi parte III (“Sfottò in famiglia”).
Poesie recitate anche dall’autore visibil su Youtube: (ricerca: Arturo Santoro – dialetto)
Arturo Santoro, ha al suo attivo circa 700 tra scritti e poesie, non tutte pubblicate, e per la feconda capacità letterale, può essere considerato uno dei poeti dialettali più prolifici dell’ultimo secolo. Il suo è il diario, ovvero un resoconto di viaggio, di un cittadino comune, che osserva con occhio critico e distaccato anche gli avvenimenti della politica internazionale, rimanendo sempre dalla parte e in difesa dei più deboli, contro le più grandi ingiustizie della nostra era moderna che sono lo strapotere, l’arroganza e l’ingiustizia. Le sue opere rappresentano ed esprimono, con sagacia, satira ed umorismo, la cronaca quotidiana, locale, nazionale ed internazionale ed uno spaccato di vita contemporanea in ogni sua sfaccettatura, compreso quella politica e religiosa.
Il Comune di Bari ha intitolato al poeta, scomparso a Bari il 10 luglio 1988, con delibera comunale n. 513 del 10 giugno 2006, una strada al Quartiere San Girolamo (ex-traversa al n. 14 di Via Zandonai).