62 marinai della traslazione
Le venerate “Reliquie del Santo” furono trafugate da sessantadue marinai capitanati da due sacerdoti che su tre vascelli si recarono a Mira (Turchia).
Essi ritornarono a Bari il 9 maggio 1087.3
Oltre ai due Sacerdoti, LUPO e GRIMOALDO, ne fecero parte: un Pellegrino, che si recava in terra Santa della cui Patria, e Nome non abbiamo notizia. Dodici forestieri e quarantasette Baresi.
Dei forestieri due erano di “Triefti” , uno di Taranto, due di Monopoli e sette da Polignano
Ed ecco i loro nomi:
Quelli da Triefti si chiamavano uno Elia e l’altro Alberto ed entrambi erano nocchieri.
Il Tarantino si chiamava Stefano.
Quelli di Monopoli si chiamavano “ Bisanzio e Maraldizzo.
I Polignanesi si chiamavano Tommaso, Pandolfo, due Giovanni, Milone, Ildemannio e Nicolo”.
I Baresi invece, oltre ai Sacerdoti Don Lupo e don Grimoaldo si chiamavano
– Chierico Romano di Nicolò
– Stefano di Argiro Nocchiero del terzo Nauillo
– Gionnocaro Governatore Supremo e Generale di tutti i tre i vascelli
– Tetrarca, Pillilo
– Giovannuccio de Caris
– Leone Pilillo
– Michele di Germano
– Bisanzio Saragullo
– Stefano de Vigilijs
– Melchiacca Curbario
– Leone figlio di Giacomo Defigio
– Giovannoccaro Manto
– Leone figlio di Notar
– Giacomo Guisando
– Domizio Azzo
– Serio Azuccabello
– Petrarca Caperrone
– Michele figlio di Basilio Prebistero
– Ursone figlio di Lupo Presbitero
– Melchiacca Bacculato
– Bardo Gisilso
– Simeone Denteca
– Quirico de Vurania
– Michele Colaianni
– Benedetto Navicella
– Defigio di Alberto
– Petronio Naso
– Bisanzio Boccone
– Stefano figlio di Simeone de Bono
– Maiore (o Maione) d’Adelfo
– Stafio Stanuria
– Pietro Sirinolfo
– Nicolo d’Alba
– Summiffino Naclerio
– Michele Zizzulla
– Lupo di Cumata
– Petrarca Rosimanno
– Leone Lando
– Leone delli Sabbati
– Matteo Sparro.
Gli ultimi sei non si conoscono i nomi ma solo i cognomi in quanto facevano parte delle seguenti famiglie: Elefanto, Buonhomo, Gittano, Summone, Tupatio e Fararo.
Tra questi marinai merita una menzione particolare, l’impetuoso MATTEO Sparro, il più giovane della spedizione, che fu il primo a calarsi nel sepolcro di San Nicola .
E da ricordare, anche, che “tra i Baresi dei quali conosciamo soltanto il cognome” ci fu uno che aveva preso di nascosto due denti, e certe ossa delle mani. Egli si chiamava Romualdo, ma non siamo a conoscenza di quale famiglia appartenesse.
Questi però, nel viaggio di ritorno da Mira, pentitosi, restituì le Reliquie ai Sacerdoti.